intervista mastercheffa
I miei ospiti in cucina

Mastercheffa e la sua cucina fatta di amore e allegria

Oggi ho il piacere di ospitare nella rubrica “I miei ospiti in cucina” Stephanie Cabibbo conosciuta dal grande pubblico come Mastercheffa!

Sono davvero felice di farvi leggere l’intervista che ho fatto a Stephanie Cabibbo per diversi motivi. Primo fra tutti perchè credo che sia una delle più brave blogger del settore food. Oltre a questo aspetto, è anche una delle più simpatiche e disponibili che ci sono!

Recentemente ho avuto modo di apprezzare anche la sua professionalità, perchè quest’anno ho deciso di fare un corso di Food Photography e ho scelto il corso online, che vede la sua presenza come docente.
E’ un corso dedicato, non solo alla fotografia legata al food, ma anche al video making con lo smartphone, che ho trovato ben fatto e perfetto per le mie esigenze! Vi metto qui il link in caso volete anche voi approfondire questo aspetto!

Sono diversi anni che seguo su Instagram e su YouTube Stephanie, di lei mi ha subito colpito la semplicità delle sue video ricette e il suo stile unico e inconfondibile.


Ho contattato Stephanie per parlare del suo corso e ho trovato una persona davvero speciale e super disponibile. Ho pensato allora di proporle questa intervista, per conoscere qualche cosa in più su di lei!

Lascio però parlare lei così potete scoprire un po’ di cose su Mastercheffa!

Stephanie raccontami qualcosa su di te!

Ehhh domanda pericolosa perché sono una gran chiacchierona!

Iniziamo: ho 40 anni (ancora per poco!) sono siciliana ma di madre francese e sono a mia volta mamma di una ormai signorina di 11 anni, sono felicemente sposata e ho un gattone di nome Totò.

Sono laureata in comunicazione internazionale, ho un passato nella cooperazione che mi ha portata a vivere per un periodo in Benin, uno staterello dell’Africa occidentale e la mia grande passione oltre alla cucina è il teatro, un’attività a cui mi dedico con continuità da un paio d’anni.

Sono molto allegra ed estroversa, estremamente creativa ma molto casinista e disorganizzata!

Quando è cominciata la tua passione per il food?

Mettere le mani in pasta è stato sempre un mio grande desiderio, che da piccola ho realizzato ben poco: mia mamma non ama molto cucinare e non era un’attività che facevamo insieme.

Ricordo che la mia “prima volta” fu verso il secondo liceo, avevo la febbre, mamma era a lavoro e la cucina era tutta per me, senza nessuno che potesse bloccarmi! Ho aperto il “Cucchiaio D’Argento” e ho preparato le patate ripiene di salsiccia, sicuramente migliorabili ma come prima volta non è andata male!

Il mio sfogo l’ho poi trovato all’università, dove vivendo sola “dovevo” cucinare quotidianamente. A un certo punto della mia vita universitaria, un sacco di amici mi chiamavano “mammuzza”, perché ero colei che si occupava di far mangiare bene tutti, legumi e minestroni compresi!

Quando hai deciso di aprire un blog di cucina?

Ho aperto il mio blog nel 2013: avevo la bimba piccola, lavoravo in un’azienda e da circa un anno organizzavo delle cene gourmet settimanali con i miei amici. Seguivo già qualche blogger e ho visto che su Giallozafferano era tutto gratuito… mi sono detta: perché no?

All’inizio però il mio blog aveva un taglio molto gourmet e di alta cucina, era quasi una vetrina di ciò che facevo io più che un servizio agli utenti… man mano ho corretto il tiro!

Nel web, sei conosciuta come “Mastercheffa”. Sei una fan del celebre programma? Hai mai pensato di partecipare?

Il nome Mastercheffa viene proprio dal fatto che le cene settimanali coi miei amici coincidessero con la messa in onda delle prime stagioni di Masterchef. In particolare, una delle habitué era vegetariana, e io coglievo l’occasione per giocare con piatti estrosi senza l’utilizzo di carne o pesce: è stata proprio lei a iniziare a chiamarmi scherzosamente Mastercheffa, a regalarmi un cappello da Cheffa e a portare le palette con i voti da assegnare alle cene! I miei amici infatti non erano semplici ospiti, ma giudici che valutavano gusto ed estetica delle mie portate.

Ho partecipato a vari programmi televisivi: ho vinto una puntata di Chopped Italia e ho partecipato al Ristorante degli Chef sulla RAI, che però ha avuto ben poco successo.

Non ho mai tentato Masterchef perché a livello logistico implica un grande sacrificio, e cioè restare ben 3 mesi lontani dalla propria famiglia: mi piacerebbe tanto ma nella vita mi sono data delle priorità, in primis quella di essere una mamma presente. Inoltre, negli anni ho capito che sono molto più portata per la cucina godereccia e tradizionale che per quella gourmet, che è invece la tipologia “premiata” in programmi come Masterchef.

Sei una delle blogger di Giallo Zafferano. Vuoi raccontarmi la tua esperienza in questo grande gruppo editoriale legato al mondo del food?

Iniziare il proprio lavoro in una piattaforma ha tutta una serie di vantaggi in termini di formazione e visibilità. Ai tempi la community era molto più piccola di adesso e all’inizio abbiamo avuto davvero grandi opportunità di crescita, ricordo ancora le uscite dei nostri articoli sulle paginone FB sia di Giallozafferano che di Sonia Peronaci… era così emozionante vedere salire il contatore delle visite!

Col tempo sono poi riuscita a rientrare fra le top blogger e, di conseguenza, di essere coinvolta nella creazione di un libro, di fare da creator per il sito centrale e di avviare tante piccole sponsorizzazioni.

Un altro grande vantaggio della piattaforma è poter beneficiare di tutta l’assistenza tecnica necessaria gratuitamente e di avere i banner pubblicitari ottimizzati, che per me sono stati la primissima fonte di guadagno.

Di contro, una piattaforma tende un po’ a “livellare” le blogger anziché a farne emergere alcune e bisogna accettare alcuni compromessi, come avere un dominio di secondo livello anziché un bel sito pulito come www.mastercheffa.it .

Oggi naturalmente la situazione è molto più di massa, la community è enorme e quindi anche i vantaggi sono meno interessanti rispetto a un tempo: se dovessi iniziare oggi, forse farei scelte diverse, ma considerando il mio passato sono contenta di com’è andata.

Sei insegnante in corsi di Food Photography e di Food Video Making. Cosa ti piace più dell’insegnamento e cosa consigli a chi vuole intraprendere questo percorso?

Col tempo ho capito di avere una propensione all’insegnamento molto più forte di ciò che credevo, sia ai fornelli che negli aspetti tecnici: qualche anno fa ho pure tenuto un corso di ben 80 ore nella mia città su come diventare foodblogger, che ha avuto un grandissimo successo, poi ho approfondito l’utilizzo dello Smartphone e, quando Monique D’Anna, che prima di essere mia amica è stata la mia insegnante, mi ha coinvolta nella sua accademia online, ho accettato subito con entusiasmo!

Mi piace trasmettere agli altri quello che conosco, mi piace sentire dall’altra parte la passione e la voglia di crescere, adoro “scoprire talenti” (mi è successo con un paio di colleghe su cui nessuno avrebbe scommesso, in cui ho creduto e che ho aiutato per la pura voglia di farlo) e mi piace pensare, a prescindere dall’argomento, io possa nel mio piccolo contribuire alla crescita di qualcun altro e alla diffusione di cultura.

Diventare foodblogger (o più in generale creator del food) oggi è molto complesso perché il mercato è quasi saturo: è fondamentale avere un’idea ben precisa, voler piacere a tutti equivale a non essere efficaci su nessuno. Ci vuole costanza, determinazione e capacità emotiva di reggere la concorrenza e le “ingiustizie” del web senza sentirsi feriti o sminuiti ma vivendo tutto con filosofia, nei limiti del possibile.

Non bisogna lasciarsi schiacciare emotivamente ma nemmeno sentirsi bravissimi e pensare che sia il mondo a non saperci apprezzare: i social sono comunicazione pura, non basta saper cucinare o scrivere, il personal branding è parte integrante delle competenze da sviluppare… Troppo facile dire o pensare che tutti quelli che ce l’hanno fatta non se lo meritano, evidentemente hanno competenze diverse dalle nostre che piacciono e funzionano, in questo bisogna essere umili, sinceri con se stessi e capire dove poter migliorare.

Ti definisci “Custode della cucina Siciliana e Regina dei fritti”. Quanto la tua terra, la splendida Sicilia, ha influenzato il tuo modo di cucinare?

Io sono una siciliana “sui generis”: sono bionda, ho gli occhi azzurri e mi chiamo Stephanie perché in realtà sono mezza francese, pur essendo nata e cresciuta in Sicilia…. infatti appena apro bocca rimangono pochi dubbi sulla mia provenienza!

La mia terra è il centro del mio lavoro, fatto proprio di riscoperta della cultura tradizionale, nella consapevolezza che, se non messe per iscritto e diffuse, le ricette delle nostre nonne sono destinate a perdersi.

Non sai che emozione leggere di gente che dal Venezuela fa le scacce ragusane, magari emigrati di terza generazione che hanno ricordi lontani di questi gusti siciliani!

Quali sono i piatti che preferisci preparare?

In generale la cucina salata, meno i dolci, perché non amo curarne troppo l’estetica.

Faccio un po’ di tutto: primi, secondi, tante verdure… e tanti fritti, che portano sempre il buonumore!

C’è qualche preparazione che invece non è venuta come speravi?

Eeeehhhh negli anni tantissime, quanti esperimenti andati male! Un mio grande cruccio è non riuscire a fare i macarons (dopo 3 o 4 volte mi sono scocciata di sprecare gli ingredienti).

Ah, non so temperare il cioccolato. Ricordo ancora con ansia il mio esperimento di uovo di Pasqua fatto in casa: quanto cioccolato appiccicato tipo cemento allo stampo!!! Da allora li ho sempre e solo comprati 😀 .

C’è qualche ricetta che vuoi consigliarmi?

Cosa se non le scacce ragusane al pomodoro, il mio marchio di fabbrica!

Ringrazio di cuore Stephanie, per la disponibilità con cui ha risposto alle mie domande, è stato un piacere fare questa chiacchierata virtuale, presto facciamola dal vivo davanti a un caffè!

Se vi piacciono le mie interviste continuate a seguirmi! Mi trovate sui social!

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